Contratto a canone libero: Panoramica sulla locazione

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contratto di locazione a canone libero

Il contratto di locazione, altresì chiamato contratto di affitto, a canone libero, è un tipo di contratto di locazione abitativa particolare e, non per niente, uno fra i più utilizzati nel mondo del mercato immobiliare.

Questa tipologia di contratti prevede che un soggetto, chiamato locatore, ossia il proprietario dell’immobile, conceda ad un altro soggetto, detto conduttore, ossia l’inquilino che decide di avviare le procedure indicate al fine di affittare la casa, la proprietà temporanea e universale dell’immobile per un certo periodo di tempo, finché sarà elargito, da parte del conduttore verso il locatore, un importo liberamente determinato da entrambe le parti.

contratto a canone libero

Eccezioni immobiliari per i contratti a canone libero

Alcuni immobili non possono essere concessi in locazione a prescindere dal tipo di contratto, che sia a canone libero o meno; in particolare, sono tassativamente esclusi da questa tipologia di locazioni gli immobili di pregio, gli alloggi dell’edilizia popolare pubblica, le case di villeggiatura e gli immobili che non costituiscono una vera e propria abitazione secondo la Legge.

L’ipotesi di revoca secondo lo Stato

E’ possibile revocare un contratto di locazione di un immobile a canone libere in base a due precise ipotesi che, secondo le normative e le maggiori piattaforme notarili, descrivono le seguenti situazioni. Di seguito vi riportiamo i punti più salienti del testo integrale dei decreti legislativi.

“La prima ipotesi si ha quando, con comunicazione scritta giunta al conduttore almeno 6 mesi prima della prima scadenza, il locatore rende noto al conduttore il proprio “diniego di rinnovazione” (spesso detto anche “disdetta”). La disdetta è consentita solo in alcuni casi tassativamente individuati dalla legge, come ad esempio la destinazione dell’abitazione a uso proprio del locatore, la ricostruzione dell’edificio, l’intenzione di vendere l’immobile, ecc.

Il locatore deve precisare la data di rilascio dell’immobile e soprattutto il motivo del diniego in maniera dettagliata e non generica: ad esempio, se il diniego di rinnovazione del contratto è determinato da una ristrutturazione dell’immobile, sarà necessario indicare con precisione i lavori da realizzare, gli estremi dell’autorizzazione edilizia, l’impossibilità di eseguire i lavori stessi se il conduttore continua a risiedere nell’immobile.

In caso di mancata attuazione di quanto indicato nella comunicazione di disdetta, il locatore può essere condannato al risarcimento del danno a favore del conduttore (massimo 36 mensilità del canone di locazione) oppure al ripristino del contratto di locazione illegittimamente disdettato.

La seconda ipotesi di mancato rinnovo automatico si ha quando il conduttore si avvale del diritto di recesso (diritto che non spetta, invece, al locatore). I motivi di recesso del conduttore possono essere previsti anche dal contratto di locazione. La legge consente comunque sempre il recesso dell’inquilino per gravi motivi, ossia per circostanze oggettive, sopravvenute e imprevedibili. Il preavviso va dato al locatore con lettera raccomandata e il termine è di almeno 6 mesi, a meno che le parti non abbiano convenuto diversamente nel contratto.”

Per quanto le informazioni che vi abbiamo riportato integralmente da alcune piattaforme legali e notarli siano sicure e certe, la redazione vi invita ugualmente a contattare il vostro commercialista o legale di fiducia nel caso si incrocino dubbi, perplessità o domande.

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