I pericoli della resina: Come evitarli

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Nel corso degli ultimi anni la resina ha acquisito una diffusione sempre maggiore, venendo impiegata nei top per mobili in bagno e in cucina, passando per gli stucchi e i piatti doccia e finendo con i rivestimenti dei pavimenti.

Va però sottolineato come a livello di salute più di una volta sia stato lanciato l’allarme derivante dalla presenza di diverse sostanze classificate tossiche per l’uomo e/o molto dannose per gli organismi presenti nell’acqua. Tra di esse vanno ricordate in particolare stirene, alcool benzilico e trimetilcicloesilamina. Andiamo quindi a vedere più nel dettaglio.

pavimenti in resina

Le sostanze pericolose

La nostra rassegna parte dai top dei mobili in bagno e in cucina. In questo caso la resina resiste bene agli urti e agli agenti chimici (ovvero i prodotti che si usano per pulire) nei quali la resina viene rivestita in superficie dal gelcoat, una sorta di vernice. Se si va a leggere la descrizione dei vari materiali, in particolari di quelli distinti dal marchio ® si può facilmente scoprire che la resina è sempre presente o quasi.

Non manca poi resina nei piatti doccia che assomigliano molto alla pietra e negli interstizi delle piastrelle ove si impiega lo stucco a base resinosa, come quelli epossidici o a base di acqua. Si tratta per la maggior parte di resine poliestere, che hanno  il grave difetto di contenere lo stirene, un monomero idrocarburo aromatico indicato come cancerogeno dal XII rapporto sui cancerogeni (RoC) pubblicato il 10 giugno 2011 dal Dipartimento Statunitense di salute.

Mentre il regolamento CE n. 1272/2008, lo classifica Acute Tox. 4, ovvero in una posizione di minor pericolosità tra le sostanze tossiche. La sua tossicità è del resto stata dimostrata sull’uomo ad alte concentrazioni. Va però sottolineato come nei prodotti finiti, la quantità sia solitamente minima, in quanto lo stirene tende a evaporare durante l’applicazione, in particolare ove vengano utilizzati processi a stampo aperto e perché tende a legarsi con altri componenti diventando un polimero. Occorre inoltre ricordare come sia meglio a non utilizzare prodotti aggressivi per la pulizia, i quali potrebbero danneggiare il polimero aumentando le emissioni tossiche.

Per quanto riguarda invece gli stucchi, se una volta c’erano quelli a base cementizia, oggi si sta assistendo alla forte affermazione di quelli a base di resina, in particolare gli epossidici. Rispetto ai primi sono molto più resistenti alla sporcizia e all’umidità e sono molto utilizzati nei locali pubblici, favoriti anche dal fatto che alcune ASL ormai ne richiedono l’obbligatorietà.

Al loro interno possono presentare alcool benzilico (contenuto nella trimetilcicloesilamina), il fenilenbis, la triazaundecametilendiammina, il trisfenolo, solo per ricordarne alcune delle sostanze tossiche che le compongono.

Mentre negli stucchi a base acquea  si può reperire, anche se in minor consistenza l’isotridecanolo etossilato, la tetraetilenpentammina, la polietilenpoliammine e il diazaottano.

Per i patiti della resina in bagno e cucina, di cui amano la capacità di dare vita ad una superficie omogenea e senza fughe, la loro passione si va scontrare con la possibilità che il pavimento o il rivestimento in resina entri in contatto con sostanze aggressive, dando vita a potenziali pericoli dovuti alla presenza di solventi potenzialmente dannosi per la salute. Proprio questa è una delle considerazioni, anche se non la prioritaria, che ha impedito una larga diffusione di questa sostanza, insieme al prezzo e all’usura indotta dal tempo, con una opacizzazione e la possibilità che si formino crepe a seguito di movimenti strutturali.

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Come evitare rischi

La larga presenza di resina non vuol dire in automatico che ci siano dei pericoli, ma per evitarli sarebbe senz’altro adottare alcuni accorgimenti. In particolare, ove la resina sia prodotta sul luogo ove poi sarà applicata, occorre senz’altro  evitare di essere presenti durante il processo di produzione, oppure dare luogo ad una buona aerazione, oltre ad indossare una mascherina in grado di evitare l’inalazione delle polveri.

Nel caso in cui invece i prodotti in resina debbano essere acquistati, la precauzione da prendere è quella di non utilizzare prodotti aggressivi, a partire dagli acidi, evitando per tale via di andare intaccare la resina. Sinché essa rimane in condizioni pressoché  ottimali le emissioni rilasciate nell’atmosfera rimangono su livelli molto bassi, quando non nulli, di dannosità.

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