Fracking e spreco di acqua: La pericolosità ambientale del fracking

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Fracking

Il fracking, o fratturazione idraulica, è lo sfruttamento della pressione di un fluido per creare e poi propagare una frattura in uno stato roccioso nel sottosuolo. La fratturazione viene eseguita dopo una perforazione, per aumentarne la permeabilità al fine di migliorare la produzione di petrolio o gas da argille contenuti nel giacimento e incrementarne il tasso di recupero.

Lo spreco d’acqua del fracking

Una delle ripercussioni ambientali di questa tecnica di estrazione è legata all’enorme spreco d’acqua legata all’attività di pompaggio nel sottosuolo. Le ricerche dimostrano che una tale quantità d’acqua, la stessa quantità necessaria per riempire sette piscine olimpioniche, è una fonte di stress per gli organismi acquatici da cui vengono prelevate forzatamente le quantità d’acqua.

Lo scopo dello studio è far capire le ripercussioni del fracking sui flussi acquatici.

Non è stato possibile ottenere dati dettagliati su quanta acqua sia stata prelevata precisamente dai sistemi fluviali e nemmeno quali impatti questa tecnica abbia avuto sui pesci e sulle specie acquatiche.

Oltre all’evidente spreco di acqua, il fracking comporta altre ripercussioni ambientali: l’inquinamento della falda acquifera da sostanze chimiche e l’aumento del numero registrato di terremoti nella zona oggetto dello studio.

 

Terremoti e calo delle nascite: i legami al fracking

Quando nel 2010 si registrò un notevole aumento dei terremoti e della loro intensità fu chiaro il nesso tra le scosse e la tecnica del fracking.

Questo dato è stato confermato recentemente dall’Università di Stanford, che ha indicato nella pratica geotecnica il responsabile della maggior parte dei terremoti registrati in Arkansas dal 2010 ad oggi.

Ma le ripercussioni del fracking non sono solo di carattere ambientale: al fracking sono stati associati fenomeni legati alla crescita e allo sviluppo dei bambini.

Alcuni ricercatori hanno dimostrato che un bambino nato nel raggio di tre chilometri da un pozzo che utilizza la tecnica del fracking è più piccolo e meno sano rispetto a un bambino nato fuori da questo raggio.

Gli impatti peggiori sono stati registrati nei bambini le cui mamme vivevano a circa un chilometro dal pozzo, e la causa principale di questi effetti sulla salute è riconducibile all’inquinamento atmosferico prodotto dai mezzi d’opera necessari alla fratturazione idraulica.

Lo studio dimostra inoltre che vivere vicino a un sito di fracking produce effetti negativi anche in età adulta: asma, emicrania, malattie cardiovascolari, disturbi neurologici e cancro sono solo alcune delle patologie legate all’attività.

La crescita dell’uso di acqua

Ad oggi, le operazioni di fracking per l’estrazione di petrolio e gas naturale utilizzano oltre 28 volte la quantità di acqua consumata fino a 15 anni fa, utilizzandone fino a 36 milioni di litri per pozzo.

Ciò mette a rischio l’approvvigionamento idrico per uso domestico e l’agricoltura negli Stati aridi, in particolare quelli che soffrono di grave siccità.

Questi risultati sono stati ottenuti da uno studio della US Geological Survey, successivamente pubblicato dalla American Geophysical Union, ed è la prima analisi su scala nazionale che mappa l’uso dell’acqua nelle operazioni di fratturazione idraulica.

Sebbene una parte dell’acqua venga riciclata, la quota maggiore viene smaltita nel sottosuolo e quasi interamente rimossa dal ciclo, portando a un deficit permanente di acqua disponibile nelle zone interessate.

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