La sigaretta elettronica e il fumo passivo, è dannoso?

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sigaretta elettronica

Questo che andremo a trattare è un argomento molto controverso ma soprattutto poco chiaro, fumoso come i rigonfi vapori delle sigarette elettroniche. Sono anni ormai che vengono utilizzate come alternativa salutare alle sigarette, già preconfezionate o da rollare che siano.

Questo perché non c’è catrame così come altre sostanza chimiche dannose, il livello di nicotina può essere gestito autonomamente arrivando addirittura ad annullarlo, ci sono mille e uno gusti fra cui scegliere, particolari ed impensabili e inoltre poiché c’è vapore non abbiamo la combustione, responsabile di innumerevoli problemi oltre che ai polmoni a tutta la bocca.

Ma la vera attrattiva delle sigarette elettroniche sta nella gestualità, poiché lo scoglio forse più grosso per un fumatore è proprio il gesto di portare qualcosa alla bocca ed emettere fumo, il tutto mischiato alla funzione sociale che ha.

Se ci pensiamo bene infatti i momenti in cui le persone tendono a fumare di più sono quelli in cui si trovano in compagnia, con un altro fumatore, con un gruppo di amici o magari durante la classica pausa sigaretta che ci aiuta a sopportare una dura giornata di lavoro o interminabili ore di lezioni universitarie.

Dunque, le sigarette elettroniche permettono di mantenere il vizio riducendo però i rischi.

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Sigaretta elettronica: Chiarezza tra falso allarmismo e reale pericolo

Quello della sigaretta elettronica è abbastanza recente come fenomeno, infatti il primo modello nasce nel 2003 ma la vera diffusione si può vedere dopo il 2008 quando si viene a creare una vera e propria comunità i cui componenti, ovvero gli utilizzatori delle sigarette elettroniche, sono chiamati “vapers”.

La propagazione non smette nemmeno quando quel Settembre l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) asserisca di non considerare la sigaretta elettronica come un aiuto reale per smettere di fumare, reputandolo un metodo insicuro ed incerto.

Ma ancora all’epoca non era possibile condurre analisi statistiche e ricerche empiriche proprio a causa della giovanissima età dell’avvenimento. Insomma, si potevano fare solo delle supposizioni ma di dati certi neanche a parlarne.

Il primo momento di paura c’è stato nell’Agosto 2019 per via di quello che era stato annunciato come “Primo caso di morte per sigaretta elettronica”, avvenuto negli Stati Uniti, ma, andando in fondo alla questione, si è scoperto che il soggetto in questione aveva aggiunto sostanze contenenti THC, assolutamente non contemplate dall’industria dei dispositivi.

E se non sei tu a fumare, ma qualcuno vicino?

Per quanto riguarda l’aspetto del fumo passivo, è sicuramente un tema ancora meno certo, come si possono giudicare gli effetti su terzi se non conosciamo nemmeno quelli sui diretti interessati?

Quello che è sicuro però è che date le numerose fragranze e aromi che provengono dalle e-cigarettes i loro vapori non turbano, anzi sono in molti ad appezzarli, soprattutto se messi a paragone col nocivo e pervasivo fumo delle sigarette classiche.

Se vogliamo fare i salutisti dovremmo starcene tuti a respirare ossigeno purissimo nella montagna più vicina, lontano da smog, fumi e tutte le sostanze che inaliamo giorno per giorno nella vita in città.

In sostanza certezze sulla nocività del fumo passivo non ce n’è, però è sempre meglio inalare il minor numero di sostanze artificiali possibile.

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