Biogas domestico per cucinare, nasce dall’effetto della guerra in Yemen

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biogas domestico

Produrre biogas da rifiuti: il progetto di uno studente yemenita

L’ingegnere chimico 24enne Omer Badokhon, uno dei vincitori del titolo Young Champions of the Earth 2017 del programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP), ha progettato un piccolo impianto domestico per produrre biogas dai rifiuti organici e migliorare le condizioni igieniche ed energetiche di migliaia di famiglie in Yemen.

L’impianto di biogas fai-da-te nasce per rispondere a due delle esigenze cruciali del Paese: ridurre la povertà energetica e diminuire l’inquinamento causato dalla spazzatura e di conseguenze migliorare le condizioni igienico sanitarie.

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immagini tratta dal sito ufficiale

L’uso del biogas domestico nasce dall’effetto della guerra nello Yemen

La guerra, che massacra lo Yemen ormai dal 2015, ha progressivamente portato alla distruzione delle principali infrastrutture energetiche, lasciando prive di energia elettrica migliaia di famiglie.

“In alcuni villaggi l’elettricità non è mai stata ripristinata dall’inizio del conflitto nel 2015”, spiega Badokhon alla Thomson Reuters Foundation, “Nella città di Mukalla, dove vivo ora, ricordo quanto mi sentissi disperato nel cercare di completare i compiti universitari a lume di candela”.

Ma la povertà energetica non è l’aspetto più grave. I continui bombardamenti hanno demolito i sistemi igienici e idrici, innescando quella che l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, definisce la più grave epidemia di colera della storia moderna.

Attualmente oltre la metà delle strutture sanitarie non è operativa, e circa 15 milioni di persone non hanno accesso a flussi di acqua potabile.

Per Badokhon la situazione è peggiorata anche per colpa dell’accumularsi della spazzatura lungo le strade.

Un mini impianto per produrre biogas dai rifiuti

E’ in questo contesto che nasce l’impianto per produrre biogas dai rifiuti, un’idea arrivata quando il giovane ingegnere ha partecipato, insieme ad altri studenti della Hadramaut University, alla progettazione di una discarica cittadina.

Rendendosi conto che il recupero del metano avrebbe richiesto diversi anni e che avrebbe risolto unicamente i problemi della città vicina, Badokhon ha deciso di ampliare la portata del progetto pensando in piccolo.

Dopo mesi di sperimentazione ha perfezionato un catalizzatore biochimico, capace di abbattere più velocemente i rifiuti organici.

Combinato con camere di fermentazione appositamente progettate, la tecnologia può raddoppiare la quantità di biogas generato. Quindici prototipi sono già stati installati gratuitamente in alcune case di Mukalla, per testare l’efficacia e perfezionare il prodotto.

Il problema principale è rappresentato dal costo: un impianto domestico per produrre biogas dai rifiuti verrebbe a costare fino a 300 dollari, prezzo proibitivo per la maggior parte delle famiglie yemenite.

E’ per questo motivo che il giovane ingegnere utilizzerà i 15 mila dollari del premio UNEP per realizzare le prime 80 unità, e sta elaborando una proposta per le Nazioni Unite al fine di finanziare la propria attività e distribuire gratuitamente i dispositivi.

L’impianto, che non ha bisogno di scavi o strutture di appoggio, cerca di portare una soluzione concreta non solo ai problemi dello Yemen, ma del mondo.

La materia organica non trattata libera metano nell’atmosfera, contribuendo al surriscaldamento del pianeta.

Smaltendo autonomamente i rifiuti e sfruttando il gas prodotto si contribuisce a frenare il cambiamento climatico.

Permetterebbe inoltre di risparmiare sulla propria bolletta energetica, utilizzando il metano ottenuto dal proprio impianto domestico per cucinare, riscaldare le abitazioni e qualsiasi utilizzo si desidera, rappresentando un consistente risparmio economico.

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