Scambiare e acquistare vestiti online diventa la nuova frontiera dell’acquisto di capi d’abbigliamento
Lo scambio è una pratica dalle origini antichissime che sta tornando prepotentemente in voga soprattutto grazie a internet, e sono molti a pensare che questo fenomeno stia modificando profondamente le nostre abitudini di consume e sempre più allontanando dal binomio acquisto-proprietà.
Con la crisi della vendita al dettaglio e il consolidamento della sharing economy prende sempre più piede la “moda a noleggio”: abiti da sfilata noleggiato per qualche giorno a solo il 10% o 20% del prezzo al dettaglio.
Un trend dettato dal rapido cambiamento delle abitudini di consumo, che potrebbe avere risvolti importanti anche in termini ambientali e che si allarga alla condivisione tra utenti con l’arrivo anche in Italia del primo servizio di fashion sharing.
Che sia questa la prossima rivoluzione della moda?
L’economia collaborativa si esprime i n tante forme diverse, operando in numerosi ambiti come le assicurazioni, il noleggio di automobili e persino il noleggio di barche.
Se ci concentriamo sull’abbigliamento, la sharing economy è presente su diverse piattaforme, sia informatiche che fisiche, con negozi specializzati in abbigliamento di seconda mano oppure con circuiti e associazioni specializzati nella raccolta di vestiti usati.
La sharing economy ha tantissimi vantaggi, come il risparmio, la ridotta produzione di rifiuti e la ridotta produzione di massa.
Il fenomeno della moda a noleggio non è nuovo, ma insieme al fashion sharing sta diventando un trend che potrebbe permetterci di non vestirsi mai due volte allo stesso modo svuotando allo stesso tempo i nostri armadi, un’eventualità di cui si avverte l’urgenza se si pensa che solo negli Stati Uniti si trovano negli armadi vestiti inutilizzati per un valore complessivo di 8 miliardi di dollari.
Una rivoluzione che abbraccia ogni campo, incluso quello della salvaguardia ambientale visto che una diffusione della moda a noleggio potrebbe comportare la riduzione dei volumi di produzione dell’industria tessile, ritenuta la più inquinante dopo quella di olio e gas.
I vestiti d’occasione e i capi vintage sono tornati a riempire i nostri armadi, e le ragioni di questo revival sono molteplici. Tra queste sicuramente c’è lo sviluppo di piattaforme di scambio e vendita online, ma anche un contesto economico più difficile e complicato.
Già molto in voga per i vestiti per neonati e bambini, che come si può facilmente immaginare vengono usati per poco tempo, le piattaforme di vendita di capi d’abbigliamento di seconda mano da qualche anno hanno iniziato a offrire anche vestiti per adulti.
Queste piattaforme si occupano di mettere in relazione venditori e compratori direttamente online e di organizzare eventi “svuota armadio” in cui è possibile conoscersi di persona e provare direttamente i vestiti.
Prepariamoci dunque a vestire con abiti fino a ora considerati inaccessibili dalla maggioranza delle persone.
Quelli presentati dalle maison durante le settimane della moda di Milano, Parigi, Londra o New York: abiti da sogno, da cambiare velocemente, da indossare giusto il tempo per fare un’apparizione a una serata con gli amici, a un colloquio di lavoro, a una cerimonia.
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