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Estratto della direttiva Europea
La Direttiva Europea 2010/31/UE, conosciuta come Direttiva sull’Efficienza Energetica degli Edifici (EPBD), annuncia che tutti gli Stati membri dell’Unione Europea devono raggiungere determinati obiettivi in materia di efficienza energetica degli edifici, compresi gli immobili residenziali e commerciali .
L’obiettivo principale della direttiva è quello di promuovere la riduzione del consumo di energia degli edifici, al fine di migliorare l’efficienza energetica, ridurre le emissioni di gas serra e risparmiare sui costi energetici.
In Italia, la direttiva è stata recepita con il Decreto Legislativo n. 28 del 3 marzo 2011, che indicano i requisiti minimi che gli edifici devono soddisfare per essere considerati “verdi”. In particolare, il Decreto Legislativo prevede che tutti i nuovi edifici debbano essere a energia quasi zero (nZEB) a partire dal 31 dicembre 2020, mentre tutti gli edifici esistenti devono raggiungere lo stesso obiettivo entro il 2050.
Per raggiungere gli obiettivi stabilità dalla direttiva, gli immobili devono soddisfare determinati requisiti in materia di isolamento termico, impianti tecnologici, utilizzo di fonti di energia rinnovabile e materiali da costruzione.
Inoltre, i proprietari di immobili possono beneficiare di incentivi fiscali e contributi pubblici per realizzare gli interventi necessari a rendere l’edificio “verde”.
In sintesi, la direttiva europea sull’efficienza energetica degli edifici ha come obiettivo quello di promuovere la riduzione del consumo di energia degli edifici, e gli immobili in Italia devono raggiungere determinati obiettivi per diventare immobili green, ridurre così l’impatto ambientale e contribuire al risparmio energetico.
Introduzione
L’interesse verso gli immobili a basso impatto ambientale e sostenibili, noti come “immobili green”, sta crescendo sempre di più.
Tuttavia, esiste una normativa che segnala i requisiti minimi affinché un edificio possa essere considerato tale.
Ma quali sono gli immobili esclusi dalla normativa?
Vediamo insieme.
Immobili verdi: la normativa
La normativa italiana indica che un immobile possa essere definito “verde” se soddisfa determinati requisiti. In particolare, l’edificio deve rispettare standard precisi di efficienza energetica, fonti di energia rinnovabile, materiali utilizzati e impianti tecnologici innovativi.
Tuttavia, non tutti gli immobili rientrano in questa definizione.
Immobili Storici
Gli immobili storici sono spesso esclusi dalla normativa sugli immobili verdi. Questi edifici, infatti, sono stati costruiti seguendo standard diversi rispetto a quelli attuali, e la loro ristrutturazione potrebbe comportare un impatto ambientale maggiore rispetto a quello di un edificio nuovo.
Immobili residenziali di piccole dimensioni
Anche gli immobili residenziali di piccole dimensioni, come ad esempio le case indipendenti o le villette a schiera, potrebbero essere esclusi dalla normativa. In questi casi, gli investimenti necessari per rendere l’immobile “verde” potrebbero risultare troppo elevati rispetto al valore dell’immobile stesso.
Immobili ad uso produttivo
Gli immobili ad uso produttivo, come ad esempio i capannoni industriali, possono anch’essi essere esclusi dalla normativa sugli immobili green. In questi casi, gli investimenti necessari per adeguare l’edificio potrebbero comportare un costo troppo elevato rispetto ai benefici economici che si potrebbero ottenere.
Immobili di proprietà pubblica
Gli immobili di proprietà pubblica potrebbero essere esclusi dalla normativa sugli immobili verdi a causa di una serie di fattori. In primo luogo, la mancanza di risorse economiche potrebbe impedire di effettuare gli interventi necessari per renderli “verdi”. Inoltre, potrebbero esistere problemi legati alla complessità della procedura di appalto e alla gestione degli immobili stessi.
Immobili ubicati in zona sismiche
Gli immobili ubicati in zone sismiche potrebbero essere esclusi dalla normativa sugli immobili verdi a causa delle restrizioni imposte dalle norme antisismiche. In questi casi, infatti, gli interventi necessari per rendere l’edificio “verde” potrebbero compromettere la sua stabilità strutturale.
Immobili residenziali di piccole dimensioni, comprese le seconde case
Gli immobili residenziali di piccole dimensioni, come ad esempio le case indipendenti o le villette a schiera, potrebbero essere esclusi dalla normativa sugli immobili green, incluse anche le seconde case.
In questi casi, gli investimenti necessari per rendere l’immobile “verde” potrebbero risultare troppo elevati rispetto al valore dell’immobile stesso. Tuttavia, anche in queste situazioni, esistono soluzioni che consentono di migliorare l’efficienza energetica dell’edificio, come ad esempio l’installazione di pannelli solari o la sostituzione degli infissi con modelli più efficienti.
Conclusioni
In conclusione, esistono diverse categorie di immobili che potrebbero essere escluse dalla normativa sugli immobili green.
Tuttavia, ciò non significa che questi immobili non possano comunque contribuire alla sostenibilità ambientale e al risparmio energetico. L’importante è valutare attentamente le caratteristiche.
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