Categoria Catastale C1: caratteristiche e quanto grava sulle tasse

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Le informazioni relative alla categoria catastale C1

La classe catastale è un parametro molto importante, tenuto in considerazione soprattutto quando si tratta di calcolare le tasse e le imposte che devono essere pagate dal proprietario su un immobile.

Per questo è indispensabile comprendere fino in fondo l’importanza delle categorie, per sapere come regolarsi nel momento in cui viene richiesto il pagamento degli importi in termini di tasse proprio sulla base delle categorie catastali.

In particolare, le norme prescrivono che con la categoria catastale C1 si indicano quei fabbricati che appartengono a chi ha un immobile che sia minore di un magazzino incluso in un’altra categoria, la categoria catastale C2.

 

Cosa sono le categorie catastali

Le categorie catastali costituiscono un indice fissato dall’Agenzia del Territorio.

Per definire questo indice si utilizzano degli elementi identificativi standardizzati per descrivere un immobile, e attraverso le categorie catastali si descrivono le tipologie degli immobili.

Dettagliatamente i gruppi sono 6, per differenziare le destinazioni degli immobili. All’interno vengono poi operate altre differenze, che riguardano anche lo stato e il pregio del fabbricato.

Cosa comprende la categoria catastale C1

categoria catastale C1

La categoria C in generale indica i locali destinati a uso commerciale. Bisogna però distinguere i fabbricato che non possono essere intesi a scopo di lucro. In dettaglio la categoria C1 si riferisce ai negozi e alle botteghe, ovvero quei locali che vengono utilizzati per un commercio diretto, per condurre affari e per esercitare la vendita al pubblico.

Il calcolo della consistenza della categoria catastale C1

Per attribuire la categoria catastale C1 si utilizza un criterio molto importante: la superficie in metri quadri. In base alla superficie viene stabilita la rendita catastale, che poi incide nel modo in cui vengono calcolate le tasse da pagare.

Bisogna specificare che di solito, quando si calcola la consistenza catastale relativa a questa categoria, è prassi conteggiare al 100% la superficie netta del locale, e si considerano al 50% i locali accessori come bagni, ripostigli e retro negozi, che si trovano sullo stesso piano del locale diretto alla vendita, mentre vanno considerati al 25-30% i locali accessori interrati o disposti su piani superiori.

Il cambio categoria catastale

A volte può avvenire il cambio di categoria catastale da C2 a C1, per esempio per avere più opportunità di affittare un determinato locale – quindi i magazzini e i locali di deposito possono diventare altri tipi di locali, adattandoli e adibendoli ad un’altra destinazione d’uso, in particolare negozio e bottega.

Per effettuare questo cambiamento è necessario fare richiesta al Comune, che invieranno dei tecnici comunali con il compito di verificare se tutto ciò può essere realizzato in conformità delle norme e di accertarsi se il cambiamento è ammissibile dal punto di vista urbanistico.

In genere il cambio d’uso, senza che siano realizzate opere di edilizia specifica, viene sottoposto sempre a una verifica comunale, ma dopo che si è ottenuta l’autorizzazione rilasciata dal Comune è solitamente possibile effettuare delle opere di adeguamento, e dopo la verifica da parte dei tecnici comunali si procede alla variazione catastale.

Le tasse da pagare

La categoria catastale è molto importante anche per determinare le tasse e le imposte da pagare da parte del contribuente in relazione all’immobile di riferimento, il tutto determinato dalla rendita catastale di un determinato immobile in collegamento alla classe catastale.

La classe catastale dipende dalla qualità urbana del contesto in cui l’immobile è collocato.

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