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Tassa di successione: che cos’è e chi deve pagarla

Nel nostro paese, la tassa di successione è un’imposta che le persone devono versare allo Stato, nel momento in cui ricevono in eredità un patrimonio da un defunto.

Tassa di successione: Che cos’è

Gli individui, a cui hanno lasciato in eredità diritti immobiliari e beni immobili, devono pagare la tassa di successione su immobili. Questa imposta va corrisposta sulla base della dichiarazione di successione, che deve obbligatoriamente essere presentata all’Agenzia delle Entrate.

A partire dal 23 Gennaio del 2017, i contribuenti possono procedere alla presentazione della dichiarazione di successione e della domanda delle volture catastali attraverso un portale telematico, che è disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

Per poter consegnare online la dichiarazione di successione, è necessario collegarsi al sito dell’Agenzia. Successivamente, si deve provvedere all’installazione del software di compilazione SuccessioniOnline sul proprio computer. In seguito, l’utente deve procedere alla compilazione del file, ad allegare gli incartamenti necessari e ad inviare telematicamente tutti i documenti.

Tassa di successione: Chi deve pagarla

La dichiarazione di successione deve essere presentata all’Agenzia delle Entrate entro un anno dal momento in cui è stata aperta la proceduta della successione. Questa dichiarazione deve essere consegnata da una delle persone obbligate a versare la tassa di successione.

Inoltre, la dichiarazione deve pervenire all’Agenzia delle Entrate presente nella circoscrizione in cui aveva la sua residenza il defunto, che ha lasciato la sua eredità.
L’articolo 28 del Testo Unico delle Successioni stabilisce chi è obbligato a presentare la dichiarazione di successione sugli immobili e a pagare la relativa tassa.

Tra questi soggetti, vi sono coloro i quali sono chiamati a ricevere l’eredità e i loro legatari.

Oltre a costoro, devono versare quest’imposta anche coloro i quali sono deputati all’amministrazione dell’eredità, chi cura le eredità giacenti e chi ha il compito di far eseguire un determinato testamento. Infine, sempre secondo l’articolo 28 comma 2 del TUS, devono sborsare questa tassa anche coloro i quali vengono scelti per possedere in maniera temporanea i beni di un defunto.

In aggiunta, non sono tenuti a presentare la dichiarazione di successione i chiamati all’eredità e i loro legatari che hanno rinunciato all’eredità, prima che sia scaduto il termine entro cui consegnare la suddetta documentazione, e coloro i quali hanno deciso di nominare un curatore per l’eredità giacente.

La dichiarazione di successione sui beni immobili non va presentata all’Agenzia delle Entrate, se si verificano in maniera contemporanea tre condizioni. La prima è che l’eredità venga devoluta al coniuge e ai parenti in linea retta del defunto. La seconda è che l’eredità non debba essere superiore ai 100 mila euro. In terzo luogo, infine, l’eredità non deve comprendere diritti immobiliari e beni immobili.

Il calcolo della tassa di successione avviene dopo la presentazione della dichiarazione di successione all’Agenzia dell’Entrate. Dopo la consegna di questa documentazione, l’Agenzia provvederà ad indicare l’imposta dovuta e ad inviare all’indirizzo di residenza l’avviso di liquidazione di tutte le somme da versare, oltre che alle modalità di pagamento delle stesse.

Il pagamento della tassa di successione deve avvenire entro 60 giorni dal momento in cui si è ricevuto l’avviso di liquidazione. Scaduto questo termine, saranno previste delle sanzioni ed eventuali interessi dovuti alla mora.

Questo tipo di imposta può essere pagata anche a rate. In particolare, è necessario versare il 20% della tassa di successione entro 60 giorni dalla ricezione dell’avviso di liquidazione. In seguito, bisogna pagare le restanti quote in otto rate trimestrali.

Le aliquote, per la tassa di successione, sono del 4% per i trasferimenti in favore del coniuge e dei parenti in linea retta, da applicare su un valore netto eccedente, per ciascun beneficiario, la quota di 1 milione di euro. Sono inoltre del 6% per i trasferimenti in favore delle sorelle e dei fratelli, da applicare invece su un valore netto che eccede, per ciascun avente diritto all’eredità, i 100 mila euro.

Le altre aliquote sono del 6% per i trasferimenti in favore degli altri parenti fino al quarto grado e degli affini fino al terzo grado, e dell’8% per i trasferimenti in favore di tutti gli altri soggetti.

Per quanto riguarda le franchigie, relative alla tassa di successione, oltre a quelle di 100 mila euro e di 1 milione di euro, esiste quella di 1,5 milioni di euro per i trasferimenti relativi a chi è portatore di handicap.

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Nando Gravino

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Nando Gravino

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