Molte autostrade italiane, specie al Sud, sono costeggiate da siepi verdeggianti, spesso arricchite da fiori sgargianti, di colore bianco o fucsia. Non tutti sanno che quegli arbusti sono oleandri, una sempreverde molto comune in area mediterranea (pur essendo originaria dell’Asia). In questo articolo vediamo tutto quanto c’è da sapere su questa specie vegetale e su come coltivarla anche nel proprio giardino.

Caratteristiche dell’oleandro

L’oleandro è una pianta molto comune, spesso utilizzata anche per creare siepi perimetrali, anche perché si tratta di una specie abbastanza semplice da reperire, non solo presso rivenditori florovivaisti ma anche online dove, ad esempio, è possibile acquistare un oleandro su mygreenhelp.com, un e-commerce specializzato in piante e articoli per il giardinaggio.

Le piante di oleandro (denominazione scientifica: Nerium oleander) hanno uno sviluppo arbustivo che produce fusti arcuati, scarsamente ramificati e ricoperti da una sottile corteccia grigia.

Le piante, che possono raggiungere un’altezza massima di circa quattro metri, presentano una chioma formata da lunghe foglie coriacee, di colore verde intenso e dalla forma lunga e stretta, attraversate da una nervatura chiara particolarmente evidente.

L’oleandro produce infiorescenze grandi e vistose; a seconda della varietà, possono essere di colore bianco, fucsia o rosso (esiste anche un oleandro giallo, così chiamato benché non sia propriamente un oleandro, anche se appartiene alla stessa famiglia).

I fiori sono disposti lungo le cime terminali dei fusti e sono formati da un calice composto da cinque petali lanceolati; il periodo di fioritura comincia tra aprile e maggio e continua durante tutta la stagione estiva.

Tossicità dell’oleandro

L’oleandro è una pianta velenosa in tutte le sue parti; queste, se ingerite, possono provocare seri problemi di salute (tra cui bradicardia e disturbi gastrici) a causa di una sostanza cardiotossica chiamata oleandrina. In realtà, la tossicità dell’oleandro dipende anche da altri composti, tra cui gli alcaloidi, molti dei quali si conservano anche dopo l’essiccamento della pianta.

Naturalmente, in condizioni normali l’oleandro è del tutto innocuo; la pianta scatena la propria tossicità solo in caso di ingestione o di contatto diretto (in tal caso, però, è sufficiente lavare bene la parte e non portarla a contatto con gli occhi o la bocca).

Come si coltiva

L’oleandro è un arbusto piuttosto semplice da coltivare, sia perché è dotato di particolare resistenza sia perché richiede poca manutenzione. In aggiunta, è in grado di crescere bene in qualsiasi terreno, anche quelli più poveri, adattandosi anche a climi piuttosto rigidi (l’oleandro tollera anche temperature molto basse, fino a -12°).

L’unica condizione imprescindibile per la coltivazione dell’oleandro è l’esposizione solare: la pianta ha bisogno di luce piena diretta per molte ore al giorno, non a caso predilige il clima mediterraneo delle regioni dell’Italia Meridionale e della Liguria. Ciò nonostante, può essere coltivato anche in condizioni meno favorevoli, a patto di proteggere la pianta con la pacciamatura durante i periodi più freddi dell’anno.

L’oleandro può essere coltivato sia in vaso che in terra; naturalmente, quando il vaso non è più sufficiente è necessario un rinvaso in un contenitore più grande oppure una messa a dimora nel terreno pieno.

Anche se in grado di proliferare in terreni poveri di nutrienti, l’oleandro non disdegna la concimazione; il consiglio è quello di utilizzare formulazioni a rilascio lento tra novembre e marzo mentre durante il periodo della fioritura è possibile impiegare fertilizzanti liquidi.

Per quanto riguarda l’innaffiatura, essa è necessaria solo in caso di siccità prolungata poiché, in condizioni normali, l’oleandro non ha bisogno di acqua con regolarità.

La potatura varia a seconda dell’età della pianta. Durante i primi anni è necessario intervenire in maniera tale da favorire lo sviluppo di una chioma folta, ricca di rami secondari.

Per gli oleandri adulti, invece, è necessaria una potatura più profonda, che consenta alla pianta di sviluppare nuove ramificazioni anche alla base.

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Nando Gravino

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Nando Gravino

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