
Esami del Sangue, lato nascosto della prevenzione con 5 test del sangue inaspettati - casalive.it
Cinque esami del sangue ancora poco noti, ma utili per intercettare in anticipo disturbi metabolici, infiammatori e cardiovascolari, soprattutto nelle donne tra i 30 e i 50 anni.
In molti casi si fanno solo quando i sintomi si sono già presentati o quando il medico li prescrive per confermare un sospetto. Eppure, alcuni esami del sangue meno noti rispetto ai classici controlli di routine potrebbero rivelarsi fondamentali per la prevenzione, soprattutto nelle donne tra i 30 e i 50 anni. Parliamo di test che aiutano a intercettare segnali subclinici: piccole variazioni nei parametri metabolici, infiammatori o vascolari che spesso non vengono colti dagli esami standard come glicemia, colesterolo o pressione. È su questi indicatori che si concentra oggi l’attenzione di molti esperti, tra cui Giacomo Spazzini, fondatore di GS Loft, una realtà italiana dedicata al biohacking e alla prevenzione avanzata. Secondo Spazzini, iniziare a monitorare questi dati prima della comparsa dei sintomi può cambiare il decorso di molte malattie, e guidare verso scelte più consapevoli, dallo stile di vita all’alimentazione. Ecco cinque esami del sangue ancora poco diffusi, ma che – se interpretati bene – possono rappresentare un punto di svolta nella cura di sé.
Lipoproteina A, HOMA Index e HbA1c: segnali nascosti da leggere prima
La Lipoproteina A, detta anche Lp(a), è una frazione lipidica che ha la capacità di depositarsi nei vasi, favorendo la formazione di placche aterosclerotiche. Livelli sopra i 50 mg/dL sono considerati a rischio per infarti, ictus e trombosi. Il problema? Non ci sono farmaci specifici per abbassarla e la sua concentrazione è determinata in larga parte da fattori genetici. Per questo motivo, conoscerne il valore può aiutare a prevenire, agendo su altri fronti, come abbassare l’LDL, adottare una dieta ricca di fibre e grassi buoni e controllare lo stress cronico, che influisce sulla salute cardiovascolare.

Il HOMA Index, invece, misura la resistenza insulinica, un meccanismo chiave che precede spesso l’insorgenza del diabete di tipo 2 e della sindrome metabolica. Valori sopra 2,5 indicano che il corpo non risponde bene all’insulina. Intervenire vuol dire correggere la dieta, ridurre zuccheri e farine raffinate, fare attività fisica regolare (soprattutto HIIT e camminata veloce) e lavorare anche su sonno e stress, due fattori troppo spesso sottovalutati.
Molto utile anche l’Emoglobina Glicata (HbA1c), che dà una media della glicemia negli ultimi 2-3 mesi. Anche quando la glicemia a digiuno è nella norma, un valore tra 5,7% e 6,4% può indicare uno stato prediabetico. È uno strumento importante per chi ha familiarità con il diabete, è sovrappeso, oppure ha superato i 40 anni. Andrebbe monitorato almeno una volta l’anno se si è sani, ogni 3-6 mesi in presenza di rischio.
Omocisteina e PCR-hs: infiammazione e carenze vitaminiche da non ignorare
L’Omocisteina è un amminoacido che, se presente in quantità elevate, può diventare tossico per il sistema vascolare e nervoso. Valori superiori a 30 µmol/L aumentano il rischio di ictus, infarto e declino cognitivo. Può salire anche in caso di carenze vitaminiche – in particolare di B6, B9 (acido folico) e B12 – o di stili di vita sbilanciati. Quando è alta, bisogna rivedere l’alimentazione: più verdure a foglia verde, legumi, agrumi, ma anche pesce, carne magra e latticini per coprire il fabbisogno vitaminico.
Infine, la Proteina C Reattiva ad alta sensibilità (PCR-hs) è un parametro che misura il grado di infiammazione sistemica dell’organismo. Valori superiori a 3 mg/L segnalano un possibile rischio per patologie croniche come arteriosclerosi, infarto e malattie autoimmuni. Qui è fondamentale agire su dieta (omega 3, fibre, polifenoli), attività fisica regolare, gestione dello stress e qualità del sonno. Uno stile di vita infiammato può far alzare silenziosamente la PCR-hs anche in persone giovani, soprattutto se in sovrappeso o con poca attività fisica.
Secondo Spazzini, questi esami sono particolarmente utili anche per la salute femminile, soprattutto in menopausa: il calo degli estrogeni abbassa la protezione naturale sul cuore. In questa fase della vita, monitorare Lipoproteina A, Omocisteina e HOMA Index diventa ancora più importante per prevenire disturbi che nelle donne spesso si presentano in modo meno evidente rispetto agli uomini, ma con conseguenze anche più gravi.