
Le bottiglie che è meglio evitare di usare - casalive.it
Perchè non si devono utilizzare certi tipi di bottiglie, quelle di un certo marchio? Il motivo è molto serio, bisogna essere informati.
Spesso in estate c’è l’abitudine diffusa di riutilizzare le bottiglie di plastica per idratarsi durante le giornate calde. Tuttavia, un recente avvertimento del ricercatore Philipp Wanner, esperto di microplastiche presso l’Università di Graz (GU), sottolinea i rischi legati al riutilizzo prolungato di alcune bottiglie in plastica, in particolare quelle realizzate in PET (polietilene tereftalato). Questo materiale, se usato ripetutamente, può diventare una fonte significativa di microplastiche che si trasferiscono nell’acqua potabile, rappresentando un potenziale pericolo per la salute.
Perché evitare il riutilizzo delle bottiglie in PET
Le bottiglie in PET, molto diffuse per la loro leggerezza e facilità di riciclo, sono particolarmente vulnerabili al rilascio di microplastiche quando vengono riutilizzate per lunghi periodi. Secondo Wanner, l’esposizione al calore, come quello causato dalla luce solare, può deformare la plastica e causare la formazione di microcrepe. Questi piccoli danni strutturali favoriscono lo stacco di particelle di plastica che finiscono nell’acqua che beviamo. L’esperto precisa che il rischio non è immediato con una bottiglia appena acquistata, ma diventa rilevante nel momento in cui la stessa bottiglia viene riutilizzata più volte nel tempo, soprattutto se sottoposta a pressioni o schiacciamenti.

“Se le bottiglie vengono schiacciate o deformate, si possono generare microfratture che rilasciano microplastiche nell’acqua,” spiega Wanner. Questo fenomeno è particolarmente preoccupante perché, nonostante gli studi non abbiano ancora quantificato con precisione la quantità di microplastiche ingerite o i loro effetti a lungo termine sulla salute umana, le prime ricerche indicano possibili impatti negativi sul nostro organismo.
Il consiglio dell’esperto è di evitare il riutilizzo delle bottiglie in PET, riconoscibili dall’etichetta e dal materiale sottile e flessibile. Anche altre tipologie di plastica possono rappresentare un rischio se la bottiglia presenta segni di usura o è stata esposta a condizioni ambientali estreme, come il sole diretto.
In alternativa, Wanner suggerisce di optare per materiali più sicuri e resistenti, come le bottiglie in vetro o in plastica rigida. Questi materiali, meno soggetti a deformazioni, non rilasciano le stesse microplastiche delle bottiglie in PET e possono essere riutilizzati senza particolari rischi.
Un’altra scelta sempre più diffusa e raccomandata è l’utilizzo di borracce in alluminio o acciaio inox. Questi contenitori sono non solo più sicuri per la salute, ma anche pratici e funzionali: mantengono le bevande fresche o calde per diverse ore e sono facilmente personalizzabili, diventando un accessorio di tendenza e un gesto concreto per contrastare l’inquinamento da plastica monouso.
La prudenza come linea guida nella gestione della plastica
Nonostante la mancanza di dati definitivi sugli effetti dell’assunzione di microplastiche, l’atteggiamento più sicuro rimane quello della prevenzione. Siamo quotidianamente esposti a numerose fonti di plastica, dal cibo agli oggetti di uso comune, e limitare ulteriormente questa esposizione è una scelta responsabile.
In particolare, evitare di riutilizzare a lungo le bottiglie in plastica con il marchio PET può contribuire a ridurre la quantità di microplastiche ingerite e, al contempo, rappresenta un piccolo ma significativo passo verso la tutela della salute individuale e dell’ambiente.
L’attenzione alle caratteristiche del contenitore e la scelta di materiali alternativi più sicuri si configurano come pratiche indispensabili in un’epoca in cui la sostenibilità non è solo una necessità ambientale, ma anche una questione di salute pubblica.