
Lavori in condominio, a quali regole prestare attenzione (www.casalive.it)
In molte realtà condominiali italiane, il tema degli orari da rispettare per i lavori rappresenta fonte di conflitto tra vicini.
In molte realtà condominiali italiane, il tema degli orari da rispettare per i lavori in condominio rappresenta una delle principali fonti di conflitto tra vicini. Le attività di ristrutturazione o manutenzione, se svolte in momenti non consentiti, possono infatti compromettere la tranquillità domestica e i rapporti di buon vicinato. Ma quali sono le regole da seguire? E chi stabilisce gli orari per i lavori rumorosi? Facciamo chiarezza.
Le regole comunali sugli orari per i lavori in condominio
Sono i singoli Comuni a determinare con apposito regolamento le fasce orarie entro le quali è possibile effettuare lavori in condominio, soprattutto quelli che generano rumore. Queste norme possono variare significativamente da una città all’altra e persino all’interno di differenti zone dello stesso Comune, adattandosi alle esigenze locali.

In linea generale, i lavori rumorosi sono consentiti nei seguenti intervalli: dalle 8:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00 (oppure dalle 16:00 alle 20:00, a seconda della stagione). Durante le cosiddette “fasce orarie di silenzio”, solitamente nelle prime ore del mattino, in tarda serata e nelle pause pomeridiane, è vietato eseguire lavori che possano arrecare disturbo. Nei giorni festivi e la domenica, il divieto è pressoché totale.
È importante sottolineare che il rispetto di queste fasce orarie si applica non solo agli interventi sulle singole unità immobiliari, ma anche a quelli che riguardano le parti comuni del condominio, come scale, cortili o impianti condivisi. Le ditte incaricate sono quindi obbligate a conformarsi a tali orari, pena sanzioni da parte degli organi di polizia locale.
Oltre alle norme comunali, anche il regolamento di condominio può introdurre disposizioni specifiche riguardanti gli orari e le modalità per eseguire lavori all’interno del complesso abitativo. È però necessario distinguere tra due tipologie di norme:
- Norme contrattuali: approvate all’unanimità dai condomini, hanno valore vincolante e possono imporre limitazioni più stringenti rispetto a quelle comunali, anche vietando lavori rumorosi in particolari fasce orarie.
- Norme assembleari: approvate a maggioranza, non possono limitare la proprietà privata in modo diretto; al massimo, possono richiamare il rispetto della normativa comunale o stabilire regole di comportamento generali.
Segnalazione agli organi comunali: amministratore o condomini possono rivolgersi alla polizia locale per far rispettare le normative comunali sugli orari, con possibilità di sanzioni per i trasgressori.
Intervento dell’amministratore condominiale: in presenza di specifiche disposizioni nel regolamento condominiale, l’amministratore ha il compito di farle rispettare, anche applicando eventuali sanzioni previste.
Azione civile: chi subisce danni da rumore eccessivo può agire in sede civile ai sensi dell’articolo 844 del codice civile, chiedendo l’interruzione immediata dei lavori (inibitoria) e il risarcimento del danno.
Denuncia penale: nei casi più gravi, caratterizzati da disturbo rilevante a un ampio numero di persone, è possibile sporgere denuncia per disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone (articolo 659 del codice penale). In tali situazioni, anche il committente dei lavori può essere considerato responsabile.