
Quando la rimozione di un tramezzo può provocare danni strutturali(www.casalive.it)
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza, ha riaffermato un principio cruciale nel campo delle ristrutturazioni condominiali.
Il tramezzo è tradizionalmente concepito come un elemento di separazione interna, non portante, utilizzato per suddividere gli ambienti all’interno di un edificio. In teoria, la sua rimozione non dovrebbe compromettere l’integrità della struttura. Tuttavia, nella pratica, soprattutto in edifici datati o con strutture miste, può accadere che tali pareti assumano nel tempo una funzione di supporto parziale o totale, sostenendo controsoffitti, impianti pesanti o addirittura porzioni di solaio.
La Cassazione ha precisato che la demolizione di un tramezzo può causare danni quando:
– la parete è erroneamente ritenuta non portante ma in realtà contribuisce alla stabilità strutturale (ad esempio muri in muratura portante o semi-portante);
– sostiene elementi accessori quali controsoffitti o travi secondarie;
– modifica la distribuzione dei carichi, specialmente in edifici con strutture miste o datate.
In questi casi, intervenire senza un accurato accertamento tecnico può provocare:
– fessurazioni e crepe nei muri adiacenti e nei solai sovrastanti;
– cedimenti localizzati;
– compromissione della staticità complessiva;
– danni strutturali anche irreversibili.
Il caso specifico affrontato dalla Suprema Corte riguarda un proprietario che aveva rimosso un tramezzo al piano terra di un edificio condominiale. Sebbene originariamente progettato come non portante, il muro con il tempo aveva finito per sostenere una parte del solaio soprastante. Dopo l’intervento, nell’appartamento situato al piano superiore si sono manifestate gravi lesioni strutturali, imputate direttamente alla demolizione.
Le motivazioni della Corte di Cassazione sulla responsabilità civile
Nel pronunciarsi sul ricorso, la Cassazione ha ribadito il ruolo fondamentale del nesso di causalità nell’illecito civile. Spetta infatti al giudice di merito stabilire, attraverso un accertamento tecnico, quale delle eventuali concause sia effettivamente rilevante nel determinare il danno. Nel caso in esame, la Corte d’Appello aveva adottato un criterio selettivo, individuando nella demolizione del tramezzo la “causa prossima di rilievo” sufficiente a spiegare l’insorgenza delle lesioni.
In particolare, il giudice aveva accertato che:
– la rimozione del tramezzo era stata condizione imprescindibile per la comparsa dei danni;
– il deterioramento preesistente del solaio non aveva incidenza causale, essendo stabilizzato proprio dall’appoggio garantito dal tramezzo, condizione di equilibrio venuta meno solo con la demolizione.
La Corte di Cassazione ha confermato tale interpretazione, sottolineando che anche in presenza di fattori preesistenti come vetustà o degrado, il soggetto che altera l’equilibrio statico risponde pienamente del danno quando il suo intervento risulti da solo sufficiente a determinarlo.

La sentenza assume particolare rilievo nel contesto delle ristrutturazioni condominiali, dove la rimozione di muri interni può influire sulla stabilità dell’intero edificio. È frequente, soprattutto negli edifici in muratura più vecchi, che i muri divisori – pur non progettati come portanti – diventino con il tempo ingranaggi fondamentali della struttura portante.
Da ciò deriva un obbligo stringente per chi intende intervenire: ogni demolizione di tramezzi deve essere preceduta da verifiche tecniche approfondite, volte a valutare la reale funzione statica del muro e le eventuali conseguenze sui carichi e sulla stabilità.
Per gli amministratori di condominio, i proprietari e le imprese edili, questa pronuncia rappresenta un monito a non sottovalutare la possibile funzione strutturale dei tramezzi. In caso contrario, il soggetto che procede alla rimozione senza adeguata perizia tecnica rischia di essere chiamato a risarcire i danni causati agli altri condomini.
L’ordinanza della Corte di Cassazione si inserisce nel quadro più ampio della tutela della sicurezza edilizia e del patrimonio immobiliare condominiale, ribadendo la necessità che ogni intervento sia conforme alle norme tecniche e alle valutazioni ingegneristiche. La rimozione superficiale di elementi apparentemente non portanti può infatti avere conseguenze gravi e sanzioni civili rilevanti, confermando l’importanza di un approccio responsabile e professionale nei lavori di ristrutturazione.