La rivoluzione del settore immobiliare
Comprare e vendere casa è un processo così stressante che non è misurabile. Nonostante alcune certezze risultino incrollabili, le regole del mercato immobiliare sono tortuose e necessitano spesso dell’intervento di esperti.
La digitalizzazione del settore ha facilitato un po’ il processo, offrendo la possibilità di trovare le foto degli immobili online e poter contattare l’agenzia di riferimento, ma rimane comunque il processo fastidioso non digitale.
Per questo molte startup stanno cercando di digitalizzare ogni fase del processo e facilitarlo ulteriormente. “Per fare un paragone, in pochissimi oggi si recano in agenzia di viaggi per comprare un biglietto aereo.
Questo è quello che secondo noi succederà anche nel mercato immobiliare in tutta Europa”, osserva Albert Bosch, amministratore delegato e fondatore di Housefy, servizio appena approdato in Italia.
Il settore conta molte startup che seguono la propria filosofia, con differenze sostanziali o marginali.
Homepal promette costi fissi e sfrutta, nonostante non sia obbligatorio, il traino dei social media: le recensioni su Facebook da parte dei propri amici aiuta a rendere l’annuncio più visibile.
NoAgenzie invece esclude le strutture dal processo, ritenendole asservite al solo interesse economico. “Perché NoAgenzie? – scrivono – Perché in un periodo di difficoltà economica come quello che viviamo attualmente l’incidenza della provvigione sul prezzo dell’operazione di vendita o locazione ne pregiudica il buon esito”.
Housefy arriva dalla spagna, dove è nata nel 2017. Quest’anno ha chiuso un finanziamento di 6 milioni di euro per lo sviluppo dei mercati internazionali, e ha scelto l’Italia come prima tappa. La prima sarà Milano, ma presto coprirà anche Roma e Torino.
“Ci lavoriamo da quasi due anni e mezzo, da quando abbiamo fondato Housefy a Barcellona – spiega Bosch –. Per ogni compravendita, il dato più importante è sicuramente il prezzo.
Quello che facciamo è consultare i dati dei principali portali immobiliari online, valutando gli immobili in vendita e quanti contatti hanno ricevuto al giorno, poi consultiamo i dati pubblici del catasto italiano (info sul proprietario, metri quadri, numero di stanze) e confrontiamo i dati raccolti con quelli in nostro possesso relativi ad altri immobili simili”.
Un algoritmo incrocia questi dati e li utilizza per elaborare una valutazione consone di uno specifico immobile, fornendo al venditore due o tre opzioni di prezzo in base al tempo in cui si desidera vendere l’immobile. in gioco c’è anche l’affidabilità finanziaria del compratore, per garantire che esso sia realmente interessato all’acquisto.
“Dopo una settimana comunichiamo al venditore qual è, secondo le nostre valutazioni, la probabilità di vendita dell’immobile, con indicazione della tempistica, dando consigli su come aumentare la probabilità di vendita, in caso sia bassa”, osserva Bosch.
Nel futuro dei contratti c’è anche la blockchain. “Consideriamo questa possibilità – spiega Bosch -.
La firma dei nostri contratti avviene online in digitale. Probabilmente ci avvicineremo alla tecnologia blockchain in un paio di anni per tutti i mercati in cui lavoreremo”.
Come tanti altri settori che hanno già subito il processo di digitalizzazione completa, ogni passo non può che diventare sempre più facile, e presto le agenzie immobiliari saranno obsolete.
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