
La lente del Fisco sui lavori in casa - (casalive.it)
Nuove regole fiscali e controlli più severi impongono ai proprietari attenzione a dichiarazioni catastali e ristrutturazioni
Con l’avvio del nuovo anno fiscale, il Fisco italiano intensifica i controlli sulle parti non sempre dichiarate o valutate correttamente delle abitazioni, con conseguenti ripercussioni sull’imposizione tributaria. La crescente attenzione rivolta a elementi come piscine, pertinenze e ampliamenti fisici delle proprietà sta modificando la percezione e la gestione fiscale degli immobili, spesso con effetti sorprendenti per i proprietari.
Quando si parla di tasse 2025, un tema particolarmente delicato riguarda le migliorie apportate agli immobili, specialmente quelle che possono aumentare la loro rendita catastale e, di conseguenza, l’importo delle imposte. Sebbene non tutte le parti della casa siano soggette a tassazione diretta, il Fisco considera attentamente ogni modifica che possa incrementare il valore dell’abitazione.
Il valore fiscale delle migliorie
Un esempio emblematico è la realizzazione di una piscina interrata. In Italia, a differenza di altri Paesi europei, la costruzione di una piscina non è tassata come bene di lusso, ma la sua presenza innalza il valore dell’immobile a cui è associata. Questo si traduce in un aumento della rendita catastale che può oscillare tra il 10% e il 20%, a seconda delle dimensioni della piscina stessa. Per gli immobili già classificati nelle categorie di lusso (A/1, A/7, A/8), la presenza della piscina comporta l’obbligo di versare l’IMU anche se si tratta di abitazione principale, una novità che ha colto molti proprietari di villette impreparati.

Il discorso si complica ulteriormente per gli immobili accatastati in categorie ordinarie, come l’A/2, che non rientrano nelle abitazioni di lusso. In questi casi, l’installazione di una piscina può far scattare una revisione della categoria catastale, con la conseguente imposizione fiscale e l’obbligo di pagamento dell’IMU, anche per l’abitazione principale, un onere fino a oggi non previsto.
Oltre alle piscine, un altro elemento sotto scrutinio sono le pertinenze dell’immobile, ovvero quegli spazi o strutture esterne che pur non essendo parte dell’edificio principale, sono collegate ad esso funzionalmente o fisicamente. Le pertinenze sono classificate in tre categorie catastali diverse:
- C/2 per cantine, soffitte, solai, depositi e magazzini;
- C/6 per rimesse, autorimesse, scuderie e stalle;
- C/7 per tettoie chiuse o aperte.
Ai fini dell’IMU, ogni immobile può considerare fino a tre pertinenze appartenenti a categorie diverse. Ad esempio, se un immobile possiede due garage, solo uno potrà essere considerato pertinenza ai fini fiscali. Inoltre, il collegamento fisico non è necessario: anche un garage distante, purché ad uso esclusivo, può essere computato come pertinenza.
La realizzazione di ampliamenti come terrazzi o dependance, spesso utilizzati per ospitare amici o per eventi, è quindi soggetta a una rivalutazione fiscale che può incidere notevolmente sulle tasse da versare, soprattutto se l’immobile è di lusso o rappresenta una seconda casa.
Per chi possiede un immobile, soprattutto in vista delle nuove disposizioni per il 2025, è essenziale:
- Verificare la categoria catastale dell’immobile e delle sue pertinenze per comprendere se eventuali modifiche possano comportare un aumento delle imposte;
- Dichiarare tempestivamente ogni ristrutturazione o ampliamento presso gli uffici competenti, evitando omissioni che potrebbero generare sanzioni;
- Considerare l’impatto fiscale prima di realizzare opere come piscine, terrazzi o dependance, valutando il rapporto costi-benefici in termini di imposte aggiuntive.
Inoltre, è consigliabile affidarsi a professionisti del settore, quali geometri o consulenti fiscali, per gestire correttamente le pratiche catastali e fiscali, assicurandosi di rispettare tutte le normative vigenti e di ottimizzare la posizione tributaria.