
Taglio delle piante dei vicini: bisogna risarcirli - casalive.it
Se tagli le piante del vicino di casa rischi grosso: poi dovrai pagare un risarcimento. Le cose da sapere per non rischiare.
Una recente pronuncia del Tribunale di Imperia ha riaffermato con fermezza che non è lecito procedere autonomamente al taglio delle piante altrui senza autorizzazione, nemmeno se queste superano il confine di proprietà. La sentenza n. 272 del 2025 ha stabilito che chi effettua tale intervento senza permesso è tenuto a risarcire i danni, calcolati in base al valore ornamentale e affettivo degli alberi e delle siepi coinvolti.
Il divieto di interventi “fai da te” sulle piante del vicino
È frequente che i conflitti condominiali o tra vicini sorgano a causa di rami sporgenti, radici invasive, foglie che cadono o addirittura allergie provocate dalle piante confinanti. Tuttavia, la legge vieta di agire arbitrariamente intervenendo senza consenso per tagliare o potare il verde che oltrepassa la linea di demarcazione tra proprietà.
Il giudice ligure ha condannato una società proprietaria di un immobile confinante e il suo legale rappresentante perché avevano danneggiato, oltre alla recinzione, alcune piante di elevato pregio ornamentale e affettivo appartenenti a una residente in condominio. La controversia si è basata sull’art. 2043 del codice civile, che disciplina la responsabilità extracontrattuale e impone il risarcimento per ogni fatto illecito che procuri un danno ingiusto.

La difesa della società, che aveva giustificato l’intervento come una misura necessaria a causa dell’invasione del proprio terreno da parte delle piante, è stata smontata dalle prove raccolte. Foto documentali e ammissioni degli stessi convenuti hanno infatti dimostrato che i lavori di rimozione erano stati eseguiti senza alcun preavviso o consenso da parte della proprietaria.
Un aspetto innovativo della sentenza riguarda l’applicazione del cosiddetto metodo svizzero, una tecnica di stima economica utilizzata per valutare con precisione il danno causato alle piante ornamentali. Introdotto negli anni ’60 da agronomi elvetici, questo metodo tiene conto di parametri quali dimensione, ubicazione e stato di salute dell’albero o della siepe danneggiata.
Il meccanismo consente una monetizzazione dettagliata del danno derivante da potature errate, scavi, urti meccanici, intossicazioni chimiche o altri fattori lesivi. Inoltre, la stima comprende anche i costi necessari per il ripristino del verde compromesso.Oltre al risarcimento, il giudice ha ordinato agli imputati di coprire tutte le spese per il ripristino delle piante e della recinzione.
Le regole per la tutela del verde confinante e i rimedi legali
Il tribunale ha sottolineato che il diritto del proprietario a tutelare la propria proprietà dai rami o radici che la invadono è previsto dall’art. 896 del codice civile. Tuttavia, tale diritto deve essere esercitato rispettando le procedure legali: il privato può richiedere il taglio dei rami e può autonomamente potare le radici che attraversano il suo terreno, ma non è autorizzato a intervenire arbitrariamente sulle piante altrui senza consenso.
In caso di opposizione da parte del vicino, il condomino o proprietario danneggiato deve formalmente diffidare il confinante. Se questi non adempie, è possibile rivolgersi al giudice civile per ottenere un provvedimento che obblighi il vicino a intervenire o autorizzi l’attore a eseguire il taglio a spese dell’inadempiente.
Il ricorso all’autorità giudiziaria o all’amministratore del condominio rappresenta quindi l’unica via legittima per risolvere controversie legate all’“invasione” del verde altrui, evitando azioni illegittime che possono tradursi in onerosi risarcimenti.
La sentenza del Tribunale di Imperia, confermando l’importanza del rispetto delle norme civilistiche, costituisce un monito per tutti i proprietari e amministratori condominiali: il rispetto del verde confinante è un diritto ma anche un obbligo regolato da precise norme, e ogni intervento deve essere effettuato con trasparenza e nel rispetto della legge.